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A Venezia apre la Biennale Architettura 2025

(Adnkronos) – "Non possiamo fare finta di niente". Lo ha dichiarato con forza Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, aprendo la conferenza stampa della 19/a Mostra Internazionale di Architettura, curata da Carlo Ratti e intitolata "Intelligens. Natural. Artificial. Collective", in programma dal 10 maggio al 23 novembre tra l'Arsenale e i Giardini. Il suo intervento è stato un appello potente e commosso: "oggi l'architettura splende in un tempo in cui, a un numero crescente di persone, viene distrutta la casa, non solo per via del cambiamento climatico, ma per effetto di un male indicibile: la guerra". Buttafuoco ha denunciato una nuova, brutale strategia bellica: "distruggere le abitazioni dei nemici non per poi ricostruirle, ma per cancellarne per sempre ogni possibilità di ritorno, di esistenza, di identità". A questo scopo ha evocato "un neologismo" crudo e necessario: "domicidio", ovvero l'uccisione della "domus", della casa, e con essa dell'essere umano che vi abita e si definisce. "Io sono, perché io abito", ha detto, ricordando che senza dimora non c'è più identità. "Accade in Sudan, accade in Ucraina, accade a Gaza – e troppo spesso non ce lo raccontiamo", ha aggiunto. Con queste parole, Buttafuoco ha lanciato un appello urgente a restituire all'architettura la sua missione più profonda: essere spazio sacro del vivere umano, simbolo di civiltà, resistenza e speranza. "Il nostro obiettivo comune – ha concluso tra gli applausi di oltre 400 giornalisti presenti nel Teatro dell'Arsenale – deve essere quello di far rifulgere l’architettura, trovando finalmente parola affinché il nostro dimorare sulla Terra sia un soggiornare nel Cielo". Il curatore Carlo Ratti, architetto-ingegnere e direttore del Senseable City Lab del Mit di Boston, ha concepito la Mostra come un organismo vivente: un'intelligenza collettiva che unisce saperi e culture, senza gerarchie disciplinari. Sono stati coinvolti oltre 750 partecipanti da 66 Paesi, con più di 280 progetti distribuiti tra Giardini, Arsenale, sedi universitarie e spazi diffusi. Il Padiglione Centrale, in restauro, lascia spazio a un'esposizione che si ramifica come una rete neurale nella città lagunare. Sospesa tra acqua e cielo, storia e invenzione, Venezia è da sempre un laboratorio urbano in equilibrio dinamico, ha ricordato Ratti. "Ha anticipato il futuro quando ancora il mondo era ancorato al passato, ha reinventato lo spazio, il tempo, il modo di abitare. Ora, nell'epoca del cambiamento climatico e della trasformazione globale, la città nata sulla laguna torna ad essere il punto di partenza per immaginare come vivremo domani", ha spiegato. Così la Mostra diventa non solo vetrina, ma organismo vivente, città-esperimento, palcoscenico della più ambiziosa esplorazione mai tentata dalla Biennale: ripensare l'architettura attraverso le intelligenze – naturale, artificiale e collettiva – per adattarci al mondo che cambia. Già nel nome, la Mostra è un manifesto: intelligenza come strumento di evoluzione, inclusione, co-progettazione. "Venezia è il nostro modello locale per una visione globale", ha spiegato Ratti. "Un luogo fragile, ma pieno di soluzioni: è qui che l’architettura può imparare a cambiare pelle". Per farlo, Ratti ha scelto di dare voce non solo agli architetti, ma anche a scienziati del clima, ingegneri, matematici, filosofi, programmatori, agricoltori, stilisti, artisti, chef e scrittori. E una rivoluzione nella rivoluzione: per la prima volta sono ben 66 le partecipazioni nazionali – con 26 Padiglioni ai Giardini, 25 all'Arsenale e 15 nel cuore della città – tra cui quattro debutti assoluti: Azerbaijan, Oman, Qatar e Togo. Tra i momenti più attesi, il ritorno sulla scena veneziana di Michelangelo Pistoletto, maestro dell'Arte Povera, con un'installazione speciale. La Biennale 2025 rompe anche un altro schema: quello dell'élite autoreferenziale. "Abbiamo costruito la Mostra dal basso", ha evidenziato Ratti, ricordando la call 'Space for Ideas' lanciata nel 2024 che ha fatto emergere voci nuove, spesso ignorate. Così, accanto a Premi Pritzker, ex curatori della Biennale, premi Nobel e professori emeriti, sono sulla scena della Mostra anche neolaureati, giovani sperimentatori e artigiani digitali; dai 90enni che ancora innovano, ai ventenni appena entrati nel mondo del progetto: una vera intelligenza collettiva, senza gerarchie. Nel percorso espositivo spiccano il Padiglione Italia (alle Tese delle Vergini, Arsenale) a cura di Guendalina Salimei con "Terræ Aquæ. L'Italia e l'intelligenza del mare"; il Padiglione della Santa Sede nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice, con la mostra "Opera aperta", a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti; il Padiglione Venezia, con "Biblioteche. Costruendo l'intelligenza veneziana", avrà estensioni in spazi istituzionali e nelle sedi dell'Università Iuav. La filosofa statunitense Donna Haraway e l'architetto, progettista e designer italiano Italo Rota (2 ottobre 1953 – 6 aprile 2024) riceveranno rispettivamente il Leone d'Oro alla Carriera e il Leone d'Oro Speciale alla Memoria della 19esima Mostra. La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2025 si terrà sabato 10 maggio a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia. La Mostra aprirà al pubblico nello stesso giorno alle 11. Hans Ulrich Obrist, curatore, critico e storico dell'arte svizzero, direttore artistico della Serpentine Galleries di Londra, è invece il presidente della giuria internazionale della Mostra. Gli altri giurati sono l'italiana Paola Antonelli, curatrice e direttrice del Dipartimento di Architettura e Design del Museum of Modern Art (MoMA) di New York, e Mpho Matsipa, architetta, docente e curatrice sudafricana. La giuria assegnerà i seguenti premi ufficiali: Leone d'oro per la miglior Partecipazione Nazionale; Leone 'oro per la migliore partecipazione alla Mostra Internazionale "Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva"; Leone d'argento per una promettente partecipazione alla Mostra Internazionale "Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva".  (dall'inviato Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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