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A Milano inaugurato l’Ieo 3, una casa da 40 milioni per la chirurgia hi-tech anticancro

(Adnkronos) – Dodici sale operatorie smart, di cui 4 sono il regno di robot chirurghi di ultima generazione; una farmacia ospedaliera con magazzino automatizzato e integrato con i sistemi gestionali in uso nell'ospedale. L'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano allarga la 'famiglia' e aggiunge una nuova 'casa' per ospitare l'innovazione tecnologica. Apre le porte l'Ieo 3, inaugurato oggi alla presenza del governatore lombardo Attilio Fontana, della presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi, e dei vertici dell'Irccs. Investimento complessivo, tra immobile e attrezzature: "Intorno a 41-42 milioni di euro", riferisce l'Ad del gruppo Mauro Melis. "Tutto in autofinanziamento", precisa. "Noi abbiamo dotazioni autonome. Questo edificio è stato fatto con mezzi propri, senza ricorrere al debito bancario". Il taglio del nastro arriva a pochi giorni dal centenario della nascita dell'oncologo Umberto Veronesi (28 novembre) che fondò l'Irccs di via Ripamonti con il banchiere Enrico Cuccia e lo fece crescere sotto la sua ala. Una crescita che continua ancora oggi nel suo nome, a 9 anni dalla morte (8 novembre 2016).  "Nel 2008, quando ho avuto l'onore di essere chiamato a ricoprire la carica di presidente di questo istituto, neanche a farlo apposta una delle prime cose che di cui mi occupai fu l'investimento nella robotica – ripercorre Carlo Buora, oggi vicepresidente Ieo – Adesso siamo qua, è passato un po' di tempo e noi siamo stati 'anticipatori' di questa tecnologia". In quegli anni "c'era solo l'Ieo 1 ed era in costruzione l'Ieo 2. Erano momenti difficili, con la crisi finanziaria del 2008. E noi l'affrontammo. L'Ieo 2 fu inaugurato nel 2010, è una delle iniziative nate nel periodo della difficoltà, in cui si andava lentamente su queste cose. Poi si partì anche con il Proton Center. Oggi siamo di nuovo qui, non ci siamo mai fermati, abbiamo sempre continuato a investire".  Il nuovo edificio offre una veste "ancora più tecnologica" a quella che era proprio la specialità di Veronesi: la chirurgia del cancro, campo in cui fu pioniere. Le nuove sale sono delle 'smart operating rooms', ambienti intelligenti dotati di sistemi che consentono di integrare tutte le apparecchiature e i dispositivi puntando a massimizzare efficienza e precisione. La dotazione robotica, spiegano dall'Irccs, "rappresenta un unicum in Italia in un ospedale monospecialistico". I 4 robot chirurgici, di cui uno 'single port' (che usa un accesso unico e quindi implica un'unica incisione, per interventi mininvasivi), avranno ognuno una sala operatoria dedicata e progettata per ottimizzarne le procedure. La possibilità di disporre di una 'piastra robotica' (4 sale robotiche affiancate) consente – illustrano gli esperti – di migliorare i flussi di lavoro, minimizzare i tempi di preparazione e di transizione tra gli interventi, aumentando anche i numeri, elemento importante per una realtà che è già un 'ospedale robotico': all'Ieo infatti tutte le specialità oncologiche utilizzano questa tecnologia e l'Irccs è già oggi in Italia tra i primi centri oncologici per numero di interventi robotici. Il 2025 si chiuderà con circa 1.500 interventi (dei circa 15mila totali) con tecnica robotica. La nuova farmacia è frutto dell'investimento dell'istituto nell'automazione della logistica e della distribuzione dei farmaci attraverso due sistemi automatizzati che "consentono di migliorare l'efficienza operativa, ottimizzando lo spazio per lo stoccaggio e riducendo il margine di errore umano", spiegano ancora dall'Irccs. All'interno della farmacia sono stati realizzati un laboratorio per la galenica, 2 laboratori sterili per la preparazione in sicurezza dei farmaci oltre a un laboratorio per il controllo della qualità delle preparazioni. Il tutto è racchiuso in una struttura in carpenteria metallica che ha una parte che sporge di circa 10 metri, soluzione che ha reso possibile la costruzione dell'edificio in adiacenza al contesto già esistente e operativo, senza interruzioni dell'attività ospedaliera.  Ieo 3, progettato per garantire anche "la massima efficienza energetica", si sviluppa su 4 livelli fuori terra con un piano interrato e il corpo principale è collegato ai piani 1 e 2 degli edifici Ieo 1 e Ieo 2 da una passerella aerea, per la continuità funzionale e logistica tra i diversi padiglioni del comparto. La superficie costruita è pari a circa 4.100 metri quadrati, con un incremento complessivo di circa 3.500 mq destinati a servizi sanitari. "Una pietra miliare per l'oncologia mondiale e un motivo di grande orgoglio per la Lombardia", commenta Fontana durante il suo intervento. "Il nuovo centro – aggiunge – unisce innovazione, sostenibilità e altissima specializzazione, confermando la nostra Regione come uno dei principali poli europei nello studio, nella prevenzione e nella cura dei tumori. Non è solo un ampliamento infrastrutturale, ma un vero ecosistema clinico e tecnologico progettato per offrire percorsi sempre più personalizzati ed efficaci. Qui si integrano chirurgia d'avanguardia, ricerca scientifica e approcci multidisciplinari che rafforzano ulteriormente la qualità della nostra rete oncologica". Fontana ricorda anche il premio internazionale 'Lombardia è Ricerca', il Nobel Lombardo. Douglas F. Easton, uno dei 2 scienziati britannici vincitori quest'anno (insieme a Mark Caulfield), ha infatti indicato l'Ieo fra i centri partner per la realizzazione del suo progetto di sviluppo. "Com'è noto – rimarca il governatore – una quota rilevante del premio è destinata a sostenere progetti innovativi, e il fatto che l'Ieo sia stato individuato come partner scientifico, insieme all'Istituto nazionale tumori (Int), conferma la sua capacità di incidere sul futuro della medicina e della prevenzione oncologica".  L'eredità di Veronesi L'Ieo 3, commenta in una nota Carlo Cimbri, presidente Ieo, "è pienamente coerente con la nostra missione: mettere la tecnologia al servizio della cura e accelerare l'impatto della ricerca sulla vita delle persone". E' una casa per "l'innovazione tecnologica che ci porterà all'oncologia di precisione, che significa cure più personalizzate, più efficaci e con meno effetti collaterali – precisa il direttore scientifico dell'Irccs, Roberto Orecchia – Oggi quando parliamo di oncologia di precisione pensiamo soprattutto ai farmaci, ma lo stesso principio (e lo stesso investimento di risorse umane e finanziarie) va applicato ai trattamenti locali. Il nostro obiettivo è arrivare a una radioterapia e una chirurgia di precisione. L'inaugurazione si colloca nella settimana in cui celebriamo il centenario della nascita del nostro fondatore, Umberto Veronesi. Con Ieo 3 diamo concretezza al suo pensiero: non smettere mai di innovare, perché ci sarà sempre una terapia da migliorare e una speranza in più da offrire ai nostri pazienti. Il nuovo blocco operatorio oggi è all'avanguardia, ma è pensato anche per gli sviluppi tecnologici e scientifici di domani".  "Diventeremo – prosegue Orecchia – un istituto di medicina di precisione, in parte lo siamo già, senza dimenticare mai l'altro grande insegnamento di Umberto Veronesi: il medico deve instaurare con il paziente un rapporto prima di tutto umano. Ci vogliono la scienza e la tecnologia per curare, ma ci vuole una carezza per guarire". Erano, queste ultime, fra le parole più ricorrenti di Veronesi. Oggi campeggiano su alcuni poster affissi nell'atrio dell'Ieo 1 per ricordarlo. In un videomessaggio inviato per l'inaugurazione di Ieo 3, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ricorda un'altra delle sue frasi celebri citate nei poster: "Comunicare una diagnosi di cancro genera sofferenza. Da quel momento l'amore è parte integrante della cura. In questo senso mi sento di poter dire che ho amato i miei pazienti".  "Come molti sanno – racconta Sala – ho affrontato anch'io la malattia. E anche io, come tutti coloro che si trovano a combattere contro questi mali, ho avuto bisogno onestamente di sostegno, di un conforto che avesse sì basi scientifiche, ma potesse allo stesso tempo lenire le preoccupazioni e le paure dell'animo umano. Quel conforto lo trovai nel rapporto onesto e diretto che instaurai con Umberto. Lo trovai nelle sue parole, nei suoi gesti, nella speranza e serenità che riuscì a infondermi. Era una grandissima persona, e la capacità di unire scienza e umanità, il rigore della ricerca scientifica e la sensibilità verso i pazienti è l'eredità più grande che ci ha lasciato".  
—salute/sanitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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