(Adnkronos) – Federigo Tozzi (1883-1920) ha ora una casa a Firenze. All'interno dell'Archivio Contemporaneo 'Alessandro Bonsanti' del Gabinetto Vieusseux è visitabile, su prenotazione, una stanza interamente dedicata allo scrittore senese: uno spazio intimo e prezioso dove sono conservati manoscritti, bozze, dattiloscritti, traduzioni e volumi della sua biblioteca privata, giunti da Siena in più riprese e oggi raccolti in un fondo che rappresenta un unicum nella storia della letteratura italiana del primo Novecento. Con l'inaugurazione di questo nuovo spazio, il Gabinetto Vieusseux – che proprio quest'anno celebra i 50 anni del suo Archivio Contemporaneo – consolida la sua vocazione di custode della memoria culturale del Novecento e oltre. "Oggi possiamo affermare che l’Archivio è un luogo vivo e pulsante", ha dichiarato Riccardo Nencini, presidente del Vieusseux. "L'arrivo da Siena della seconda parte della biblioteca privata di Tozzi e la scelta di dedicargli una stanza testimoniano l'importanza dell'istituto a livello non solo nazionale ma internazionale". La raccolta tozziana, dichiarata di interesse culturale dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana, documenta in modo straordinario l'evoluzione umana e artistica dello scrittore, scomparso prematuramente a soli 37 anni nel 1920. Al suo interno si trovano materiali di lavoro dei suoi romanzi e racconti – da "Egoisti" ad "Adele", fino ai testi postumi di "Cose e persone" – oltre a una biblioteca personale che spazia dai classici greci e latini alla filosofia, fino alla letteratura europea moderna. "L'archivio privato di Tozzi è arrivato a più riprese a Firenze direttamente dalla casa senese di Castagneto", ha spiegato Michele Rossi, direttore del Vieusseux. I primi faldoni, contenenti manoscritti, dattiloscritti con molte correzioni autografe, bozze di stampa dei suoi lavori letterari, nonché alcuni volumi della sua biblioteca privata, sono arrivati a Firenze nel 1998. L'anno scorso sono stati trasferiti al Vieusseux gli ulteriori libri appartenuti a Tozzi (circa 450) religiosamente conservati nella casa di famiglia situata fuori Porta Camollia a Siena, tramandati grazie alle cure di Glauco e – dopo la scomparsa del figlio – da Silvia Tozzi, "che ringraziamo infinitamente per la donazione fatta all'Istituto, che arricchisce con queste gemme lo straordinario tesoro letterario dell'Archivio, unico al mondo". Un altro tassello, dunque, si aggiunge alla mappa delle stanze letterarie che l'Archivio ha dedicato negli anni a figure come Pier Paolo Pasolini, Alberto Arbasino e Vasco Pratolini, arricchendo un patrimonio culturale che include anche i fondi di Pietro Citati e Raffaele La Capria. A testimoniare la vitalità della figura tozziana nella critica contemporanea, è uscito contestualmente anche il nuovo numero dell'"Antologia Vieusseux" (n. 92, Pacini Fazzi editore), monografico interamente dedicato allo scrittore. A curarlo Marco Menicacci e Michele Rossi, con contributi di una nuova generazione di studiosi che rilegge Tozzi in chiave europea e ne riafferma la centralità nella tradizione letteraria italiana. "Valorizzare la memoria letteraria e custodire le voci profonde della nostra cultura è una missione che ci riguarda tutti", ha dichiarato Giovanni Bettarini, assessore alla cultura del Comune di Firenze. "Tozzi continua a parlarci con sorprendente attualità, e Firenze è una città viva, che grazie al Vieusseux sa ancora trasmettere storie". Scrittore appartato, tagliente, inquieto, Tozzi ha saputo raccontare come pochi le profondità dell'animo umano, la solitudine e l'alienazione con uno stile scarno, quasi allucinato, che ancora oggi colpisce per la sua forza espressiva e visionaria. Figure grottesche, inetti, personaggi spezzati da un'esistenza priva di redenzione popolano le sue pagine e fanno di opere come "Con gli occhi chiusi", "Il podere" o "Tre croci" veri e propri classici del disagio moderno. (di Paolo Martini)
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A Firenze una stanza per Federigo Tozzi
