(Adnkronos) – "Perdi la fermata, finisci a Ostia, ti senti scossa, agitata. Ed è subito Suburra". Nelle ultime ore a Roma sono apparse le nuove pubblicità di Netflix, che ha scelto la sua serie Suburra e il volto dell'attore Alessandro Borghese per 'festeggiare così' il suo 10° anno di attività in Italia. Una pubblicità che ha subito sollevato diverse critiche, soprattutto per la comunità lidense, nuovamente paragonata al territorio criminale immaginato nella serie televisiva. "È così che Netflix festeggia il suo decennale dalla nascita. Irridendo una comunità intera, quella che vive, lavora e si affanna a Ostia. Lo stigma di una città governata dalla malavita, al centro di affari inconfessabili, collusa con la pubblica amministrazione, violenta e meschina, prosegue", scrive sul suo sito l'emittente del litorale laziale Canale 10. Una immagine che, proseguono, "fa male: è un luogo comune che ignora la realtà sofferta di una comunità che nella sua storia ha dovuto subire speculazioni ignobili. Che è stata crocifissa a reti unificate per la famosa testata che secondo giudici severi era stata assestata, pure quella, 'con metodo mafioso'. Nessuno vuole negare la presenza a Ostia di bande e di malviventi: è, purtroppo, la tragica realtà che attraversa tutte le città italiane da Torino a Catania, dal Brenta a Genova. Ciò che, invece, si contesta è la speculazione condotta a fini esclusivamente commerciali, la spettacolarizzazione spietata, la generalizzazione compiacente. Chiaramente occuparsi di uno Stato pressochè assente, di un’amministrazione locale inefficiente, di servizi pubblici che arretrano, ovvero delle vere ragioni per le quali la criminalità si appropria del potere, non fa audience". "E, attenzione, non è la prima volta che Netflix prende in giro la comunità di Ostia. Era già accaduto a febbraio 2024 quando sulla facciata di un palazzo in ristrutturazione in via Volturno l’azienda di streaming aveva affisso un cartellone che compativa il popolo dei pendolari della Roma-Lido. Insomma, per Netflix siamo gente da schifare". Per Canale 10 quindi, "con Ostia nuovamente messa in croce, la risposta non può che essere una sola: boicotta Netflix, cancella l’abbonamento, evita di guardarla". "Ci è dispiaciuto molto vedere manifesti che danno una pessima immagine del nostro Litorale", afferma la consigliera capitolina di Fratelli d'Italia Mariacristina Masi. "Ostia è molto di più: è storia, natura, cultura. Non sindachiamo sulle scelte artistiche, ma su quelle dell’amministrazione sì. Per questo abbiamo chiesto al Sindaco di intervenire affinché vengano installati manifesti che raccontino le bellezze e le potenzialità del nostro meraviglioso mare, della pineta e del sito archeologico. Servono investimenti, visione e rispetto – prosegue Masi – per un territorio unico che merita di essere valorizzato e non svilito da rappresentazioni negative o stereotipate. Noi ci spenderemo sempre a difesa del Litorale e della sua identità. Ostia non è Suburra, ma un patrimonio di Roma che va promosso con orgoglio e responsabilità". Il consigliere di Forza Italia Francesco Carpano e l'assessore ombra di Forza Italia Roma al Terzo Settore Marco Mambor, le pubblicità del colosso dello streaming è "un danno di immagine e di reputazione per Ostia, una città fatta di uomini e donne per bene che vogliono riscatto e attenzione da un Campidoglio sempre più distratto. Ma può costituire anche un danno reale al valore degli immobili di Ostia impattando sul settore commerciale e immobiliare. Atac è stata distratta nell’autorizzare questi manifesti, intervenga subito. Ostia merita rispetto", invitando Atac, l'azienda capitolina del trasporto pubblico, a "rimuovere subito la pubblicità oltraggiosa dai suoi spazi". Dal comune, l'assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, Alessandro Onorato, interviene sui social precisando: "Questa campagna pubblicitaria, inaccettabile per la nostra città e in particolare per Ostia, di cui il comune non era a conoscenza, in questi istanti sta venendo rimossa su nostra richiesta direttamente da Netflix".
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“Finisci a Ostia ed è subito Suburra”: la pubblicità Netflix scatena le polemiche
