(Adnkronos) – "Ormai la visione della mascherina è polarizzata: c'è chi dice che non serve, c'è chi la mette e magari a volte la usa anche in momenti non utili spinto dall'angoscia e dalla paura" di contagiarsi. "Io credo che vada usata come usiamo gli occhiali da sole: se serve, quando serve. E credo che anche nelle disposizioni dei piani pandemici italiani risulti che in condizioni di ampia diffusione di un virus, da verificare, ci possa essere per esempio a livello di direzione sanitaria un'indicazione di ritornare all'utilizzo delle mascherine. Ma, davvero, superiamo ogni considerazione divisiva e spesso negativa su questo dispositivo di protezione". E' l'invito del virologo Fabrizio Pregliasco che, a margine di un evento di Assosalute a Milano, commenta all'Adnkronos Salute l'appello per l'uso della mascherina lanciato da Violet Affleck, figlia delle star di Hollywood Jennifer Garner e Ben Affleck, ospite di un evento alle Nazioni Unite a New York. Passata la crisi Covid, la mascherina ormai divide, ragiona l'esperto. "Ma poi perché?", si chiede Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva dell'università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio. "Ognuno si veste come vuole e, allo stesso modo, ognuno può scegliere di indossarla. E' vero, in particolare la mascherina chirurgica ha un limite" in termini di autoprotezione, "è più efficace per difendere gli altri. In altre parole, se ho la sintomatologia la indosso e difendo gli altri da un eventuale contagio. In generale, con la mascherina si difende per esempio il paziente dall'operatore sanitario", in caso di sintomi. "Quindi, se serve, perché no? E in condizioni particolari, cioè in strutture sanitarie, come le Rsa o nei reparti oncologici e così via, è utile sia per il personale che per le persone assistite". Violet Affleck, attivista e studentessa del primo anno al Davenport College di Yale, già lo scorso anno aveva chiesto alle istituzioni di ripensare l'obbligo della mascherina nelle strutture mediche. La 19enne tra l'altro è stata colpita da Long Covid nel 2019. E Pregliasco comprende la sua sensibilità al tema. Anche il Long Covid merita attenzione, ragiona l'esperto. "E' qualcosa che comincia e non è ancora chiaro quali siano gli elementi favorenti, qual è il destino", il decorso di questa condizione. "Si vede un miglioramento in alcune problematiche, però la nebbia cerebrale, alcune difficoltà respiratorie legate a un danno polmonare rimangono come 'stigmate' che sono comunque preoccupanti". —[email protected] (Web Info)