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L’Università di Siena conferisce la laurea ad honorem a Steve McCurry

(Adnkronos) – "Un uomo sempre fedele a sé stesso e coerente con i suoi valori e la sua visione del mondo e, insieme, un narratore visivo per il quale non conta solo la meta da raggiungere, ma tutto ciò che accade lungo il viaggio". Con la sottolineatura di questi tratti umani e professionali, l'Università di Siena ha celebrato Steve McCurry, tra i più grandi maestri della fotografia contemporanea, conferendogli oggi, mercoledì 24 settembre, la laurea magistrale ad honorem in "Antropologia e linguaggi dell’immagine".  Inedita e coinvolgente è stata la Lectio Magistralis voluta da Steve McCurry, che ha tenuto un colloquio con Biba Giacchetti, collaboratrice e amica personale del celebre fotografo statunitense, dal titolo “La vita dietro L’obiettivo. Una conversazione tra amici sul suo percorso, la fotografia e il futuro”. Stimolato dalle domande di Biba, McCurry ha ripercorso la sua carriera, dalla scelta iniziale di occuparsi di fotografia alla prima missione in Afghanistan, divenuta leggendaria, quando riuscì a scappare dal paese appena invaso dall’Unione Sovietica travestito da persona locale e con i rullini cuciti nei vestiti. Ha quindi rivissuto il passaggio dall’analogico al digitale, dai rullini ai social network per arrivare all’Intelligenza Artificiale, riflettendo su come è cambiato il mestiere del fotografo. Si è soffermato, infine, sul nostro tempo, raccontando come lui, muovendosi tra popoli e culture diverse e al cospetto di un’umanità “fissata” nelle sue luci e nelle sue ombre, si rapporta al pianeta che soffre, alle guerre in atto e ai conflitti che dividono. Questo tema è stato ripreso, in apertura della cerimonia, dal Rettore dell’Ateneo senese, Roberto Di Pietra, che citando “The Afghan girl”, considerata la fotografia più riconoscibile della storia, e le altre poche immagini scolpite nella memoria collettiva della società contemporanea, ha concluso con amarezza che “molte di queste foto rappresentano momenti legati ad una delle attività che all’essere umano riescono meglio, ovvero la guerra e la violenza (quella violenza che in questi ultimi anni rappresenta il crudele massacro del popolo palestinese e del suo inaccettabile genocidio)”. Il Rettore ha quindi concluso il suo intervento ringraziando “il nostro ospite per essere qui oggi e per quanto ha saputo raccontare a noi della nostra umanità attraverso le sue opere. Grazie al nuovo alumno dell’Università di Siena, Steve McCurry”. Dopo di lui, il Direttore del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, Francesco Marangoni, ha dato lettura delle Motivazioni del riconoscimento a Steve McCurry, evidenziando il contributo significativo di quest’ultimo allo sviluppo di questioni antropologiche relative al mondo contemporaneo, colto anche nelle sue più profonde contraddizioni. Queste spaziano dal rapporto con la dimensione naturale alla condivisione di orizzonti chiaramente distopici e inquietanti. Angoli di mondo e condizioni di vita vengono portati all'attenzione di un vasto pubblico grazie al sapiente uso del potenziale tecnico del mezzo fotografico, rendendo la qualità estetica lo strumento primario per impattare l'immaginario globale e mediatico”. Nella Laudatio, il professor Fabio Mugnaini, docente di Discipline antropologiche al Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, ha ricordato che “del suo modo di rapportarsi alla fotografia, sarà lo stesso McCurry a fornire, nel 2016, una interpretazione autentica: un narratore, un narratore per immagini, non un fotogiornalista, né un etnografo visivo… intende essere considerato come un narratore, invece, che si prende la libertà di cogliere momenti, luci, colori, eventi, del tempo e del mondo in cui si trova a vivere, per produrne un’immagine da offrire alla altrettanto libera e creativa lettura da parte dei suoi fruitori”. Poco oltre, il professor Mugnaini si è soffermato sui volti ritratti da McCurry: “i volti: bambini, vecchi, donne e uomini di straordinaria bellezza o bruttezza, senza traccia di dismorfofobia, rughe e occhi, pervadono gli album di McCurry. Il volto è l’interfaccia con cui ciascuno di noi interagisce con chiunque altro, vicino o lontano che sia, a noi somigliante o dissimile; in ogni volto si rinnova la magia dello sguardo che McCurry chiede, ruba forse, accoglie, diretto sfrontato e lo trasmette: è in questo senso che la sua fotografia non è mai risolta. Lui guarda qualcuno che poi, e per sempre, guarderà noi. McCurry è un mediatore; è un tessitore di relazioni impossibili, è un traduttore di esperienze tramite il potere di un mezzo che farà per sempre sorridere il sarto sorpreso dall’inondazione del monsone, che lascerà per sempre i pescatori acrobati a cercare di portare a casa una cena, che ci lascerà per sempre senza respiro guardando le donne avvolte dalla tempesta di polvere”. Il colloquio tra Steve McCurry e Biba Giacchetti ha preceduto la Proclamazione del laureato da parte del Rettore Roberto Di Pietra. A conclusione della cerimonia si è quindi esibito il Coro dell'Università di Siena, diretto dalla professoressa Elisabetta Miraldi. —[email protected] (Web Info)

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