(Adnkronos) –
Il vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin non ferma la guerra in Ucraina nemmeno in tempo reale. L'incontro tra il presidente americano e quello russo, in Alaska, non ha prodotto nessuna intesa concreta. Il colloqui di 3 ore, nella notte europea, non ha prodotto nemmeno l'effetto 'collaterale' di congelare il conflitto in attesa di news da Anchorage.
Russia e Ucraina hanno continuato a lanciare raid aerei in una giornata quasi normale. L'intensità degli attacchi è stata ridotta tuttavia rispetto ai picchi delle ultime settimane. Fonti militari a Kiev hanno denunciato che 85 droni russi e un missile balistico sono stati lanciati contro obiettivi in Ucraina. Anche se quasi tutti i droni sono stati intercettati, 24 velivoli – così come il missile – hanno colpito a terra in 12 diverse località del Paese. Il ministero della Difesa a Mosca ha rivendicato la distruzione di 29 droni ucraini, nel sud della Russia e nel Mare d'Azov. L'Ucraina, nel dettaglio, ha portato a termine un raid con droni contro il porto russo sul delta del Volga nel Mar Caspio di Olya, nella regione di Astrakhan. E' stato colpito giovedì un cargo usato per il trasporto di armi iraniane, componenti di droni e munizioni, in Russia, rendono noto fonti militari citate dall'Institute for the Study of War e da The War Zone. E' il primo attacco delle forze di Kiev non solo contro Olya, che viene usata come hub logistico per i rifornimenti per lo sforzo bellico di Mosca in Ucraina in arrivo dall'Iran, ma anche più in generale, contro obiettivi nel Caspio. Il porto di Olya è a quasi 650 chilometri dai confini ucraini. La nave, la Port Olya 4, è stata affondata, almeno parzialmente. Il governatore di Astrakhan ha confermato l'attacco ma ha precisato che tutti i droni sono stati distrutti e che non sono stati arrecati danni alle infrastrutture del porto. Una nave, ha ammesso, è stata danneggiata dai detriti di uno dei droni abbattuti. Droni ucraini hanno anche colpito la raffineria di Syzran, una delle più grandi di Rosneft in Russia, nella regione di Samara, provocando esplosioni e incendi. Ci sarebbe stata, secondo il canale Telegram russo Baza, anche una esplosione vicino alla fabbrica di polvere da sparo Elastik, nella regione di Ryazan. Il governatore ha confermato che cinque persone sono state uccise e altre 100 ferite e ha dichiarato lo stato di emergenza. Proseguono anche le operazioni di terra, con i riflettori puntati sul Donetsk: la Russia spinge per acquisire il controllo dell'area di Pokrovsk, fondamentale nodo logistico e strategico che consentirebbe di controllare vie di comunicazione e rifornimenti. Inoltre, permetterebbe di programmare una potenziale ampia offensiva verso occidente. Le forze ucraine sono riuscite a stabilizzare la situazione a est e a nord est di Dobropillia dopo che la repentina avanzata di unità russe nei giorni scorsi aveva fatto temere un collasso della linea del fronte, ha reso noto il portavoce del Gruppo Dnipro delle forze di Kiev, Viktor Trehubov. I militari ucraini continuano a neutralizzare i commando russi che erano riusciti a infiltrarsi oltre le linee, occupando postazioni che non sono riuscite a consolidare. I tentativi russi di dispiegare altre forze nella zona di Dobropillia sono fino a ora stati respinti dagli ucraini.
Pokrovsk è ora libera dai russi che erano riusciti a entrarci, così come le località di Hruzke, Rubizhne, Novovodyane, Petrivka, Vesele e Zolotyi Kolodyaz, a nord est di Dobropillia. Stabilizzata parzialmente la situazione anche lungo la linea Vesele-Zolotyi Kolodyaz-Kucheriv Yar. In una guerra che coinvolge anche le comunicazioni, il ministero della Difesa di Mosca ha rivendicato il controllo, da parte delle forze russe, dell'insediamento di Kolodyazi, nel Donetsk, ma molto più a nord. E, a est di Dobropillia e Pokrovsk, di Vorone, nella regione di Dnipro. —internazionale/[email protected] (Web Info)
Trump e Putin parlano, guerra continua: vertice non ferma attacchi
