(Adnkronos) – Dopo essere slittati di 24 ore rispetto ai programmi, iniziano oggi venerdì 16 marzo i colloqui di pace tra Ucraina e Russia a Istanbul. I due Paesi sono rappresentati da due delegazioni, cui è stato affidato il compito di trattare per arrivare almeno a una possibile tregua. Fuori dai negoziati, momentaneamente, i rispettivi leader: dopo il forfait di Vladimir Putin, ieri anche Volodymyr Zelensky ha infatti annunciato che non presenzierà agli incontri. Una decisione comunicata dopo il faccia a faccia ad Ankara con il presidente Erdogan, dove il leader ucraino non ha nascosto il suo disappunto. Quello di Putin e Mosca, ha puntato il dito, "è un segno di mancanza di rispetto, verso il mondo e verso tutti i partner", ha detto, accusando ancora una volta la Russia "di non avere alcuna intenzione di porre fine alla guerra", ma anche di aver inviato a Istanbul una delegazione "di livello piuttosto basso" e che quella del Cremlino sembra essere "più una messinscena teatrale che una cosa seria". La delegazione ucraina a Istanbul è guidata dal ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov e ha ricevuto il mandato per discutere di un possibile cessate il fuoco. L'incarico, ha spiegato il leader di Kiev, è per parlare di "misure verso la fine della guerra, in particolare un cessate il fuoco". Se non verrà raggiunto un accordo su una tregua con Mosca, ha però avvertito Zelensky, gli ucraini chiederanno un pacchetto di sanzioni nei confronti dei russi, anche da parte americana. "Ho deciso di inviare la nostra delegazione a Istanbul per rispetto per il presidente Trump e per il presidente Erdogan", ha poi detto il leader ucraino. Da parte russa, Putin ha scelto il suo team negoziale guidato dall'assistente del Cremlino Vladimir Medinsky e che comprende il viceministro degli Esteri Mikhail Galuzin, il capo della Direzione principale dell'intelligence dello Stato Maggiore delle Forze armate russe, Igor Kostyukov, e il viceministro della Difesa Alexander Fomin. Ma come saranno strutturati i colloqui? Terminato ieri sera l'incontro tra il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan e il capo delegazione russo Medinsky, una fonte vicina al ministro turco ha rivelato all'Afp che "ci saranno altri colloqui in diversi formati", tra cui anche "trilaterali tra Russia, Ucraina e Turchia" e tra "Stati Uniti, Ucraina e Turchia". "Non è certo che si terrà un incontro in formato quadripartito (Stati Uniti, Russia, Ucraina, Turchia)", ha precisato la fonte. Sul fronte Usa intanto serpeggia il pessimismo. Se al momento non è prevista neanche la partecipazione di Donald Trump – il presidente Usa ha dichiarato che potrebbe recarsi in Turchia solo se i primi negoziati dovessero progredire, salvo poi aggiungere che sarebbe tornato a Washington dopo il tour in Medio Oriente -, è il segretario di Stato statunitense Marco Rubio a non nascondere un certo scetticismo sull'esito dei colloqui. Parlando ai giornalisti al termine della riunione informale Nato ad Antalya, Rubio ha ammesso: "Sarò franco, non penso che abbiamo grandi aspettative su ciò che accadrà". "Ritengo che non ci sarà una svolta finché il Presidente Trump e il Presidente Putin non interagiranno direttamente su questo argomento", ha poi sottolineato Rubio. "Spero di sbagliarmi. Spero di sbagliarmi al 100% – ha però aggiunto -. Spero che le notizie dicano che hanno concordato un cessate il fuoco. Ma non è quello che mi aspetto", le parolde del segretario di Stato. Vladimir Putin non ha mai avuto intenzione di accettare l'offerta di Volodymyr Zelensky di vedersi per un faccia a faccia a Istanbul, perché non considera il presidente ucraino un suo pari e lo potrebbe incontrare solo nel caso di una sua pubblica resa, quanto sostiene intanto il Moscow Times ricostruendo, attraverso fonti del governo russo e vicine al Cremlino, il dietro le quinte della decisione di Putin di mandare ai primi contatti diretti tra Mosca e Kiev solo una delegazione non di alto livello. E il fatto che il Cremlino abbia mantenuto la massima segretezza sui piani di Putin, annunciando solo mercoledì notte la delegazione, indica però come il presidente russo non poteva rifiutare immediatamente l'offerta di fronte agli appelli di Trump e la sua esplicita, ripetuta, disponibilità a volare in Turchia per partecipare all'eventuale vertice. "La nostra dichiarazione sulla ripresa dei colloqui a Istanbul non ha mai fatto menzione della partecipazione del presidente", afferma una fonte qualificata del Cremlino, ricordando come sia stata Mosca a proporre la ripresa dei colloqui lo scorso fine settimana, aggirando così la richiesta di un cessate il fuoco da lunedì scorso annunciata dai leader europei andati a Kiev lo scorso sabato, con la benedizione di Trump in collegamento telefonico. "Nelle ultime settimane ci sono state intense comunicazioni con Washington e negli ultimi giorni hanno raggiunto un picco, i miei colleghi stanno cercando di trovare un compromesso che non offenda Trump – ha continuato la fonte -. Se Trump avesse invitato personalmente Putin allora questo avrebbe cambiato ogni cosa, ma Zelensky non è un pari di Putin e lui non vuole parlargli in un faccia a faccia. Dopo l'ultimatum di Zelensky – la conclusione – accettare di incontrarlo sarebbe stato cedere e perdere la faccia". —internazionale/[email protected] (Web Info)