(Adnkronos) – "Il senso del primo maggio è nel nome, è la festa del lavoro. La festa in cui la Repubblica italiana si riconosce nel lavoro come una delle componenti fondamentali della vita democratica, della vita produttiva, nell'interpretazione del senso della crescita e dello sviluppo, del miglioramento delle condizioni di benessere. E' la festa del lavoro come asse portante della crescita dello sviluppo del Paese". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia il segretario generale del Censis Giorgio De Rita. "E' sempre importante sottolineare – spiega – il valore ignorato del lavoro femminile. Uno dei problemi più pesanti, in termini di lavoro, del nostro Paese è la difficoltà di accesso al mondo del lavoro delle donne, soprattutto delle donne con figli". "Non dobbiamo mai dimenticare – sostiene – che quasi 3 milioni di persone, quasi esclusivamente donne, rinunciano a lavorare per motivi familiari, per la cura dei figli o per la cura di qualche parente più anziano. Questa è un'ipoteca negativa che abbiamo messo sul futuro che dovremmo prima o poi affrontare. Sottolineo poi sempre l'importanza per tutti di porre un'attenzione straordinaria al tema delle donne, soprattutto quelle giovani". Il segretario generale del Censis Giorgio De Rita interviene anche sugli infortuni sul lavoro. "Quello degli infortuni sul lavoro rimarca – è un fenomeno che ci trasciniamo da moltissimi anni. Non è una novità di adesso, ma è un problema strutturale che il nostro Paese ha e a cui ha dedicato negli anni poca attenzione. Benissimo il richiamo del Presidente della Repubblica a fare meglio e di più, è un dramma individuale e soprattutto un dramma produttivo perché accanto ai morti ci sono i feriti, ci sono coloro i quali dopo gli incidenti sono inabili al lavoro. Un problema che il Paese ha e che non ha affrontato con la giusta determinazione e con il giusto rigore. Lo denunciamo in tanti da tanti anni e non possiamo far finta di non saperlo". "Non esiste una ricetta magica – ammette De Rita – aumentando gli ispettori o la formazione nelle imprese, per affrontare seriamente il tema della sicurezza sul mondo del lavoro bisogna cambiare modello; è un impegno di consapevolezza e di coscienza individuale che ciascuno deve avere: il lavoratore, l'imprenditore, il rappresentante sindacale e politico. C'è anche bisogno di una consapevolezza istituzionale per stravolgere il modello, immaginando un diverso coinvolgimento del sistema assicurativo privato, di welfare aziendale e di formazione. Se continuiamo per la strada che abbiamo percorso in questi anni i risultati saranno, come la storia ci dimostra, modesti". —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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